Beauty 2016, i nuovi trend e le parole chiave.

Il mercato del Beauty e della cura del sè? Un trend in positivo per i prossimi 12 mesi, a conferma di ciò che accadrà in tutti i settori dell’economia.
Rinascita, speranza, consumi in positivo, sono queste infatti le prospettive, i sogni e gli obiettivi degli  italiani per il 2016, secondo quanto emerge dall’ultimo Rapporto Coop, messo a  punto dall’ufficio studi di Ancc-Coop con la collaborazione di Nielsen, GfK, Demos, Doxa, Nomisma e Ufficio Studi Mediobanca. Il lavoro appena pubblicato evidenzia come i consumi delle famiglie italiane torneranno ad aumentare nel corso del nuovo anno, con una previsione pari all’1,4% totale. In pool position per gli acquisti viaggi, tempo libero, qualità del cibo e ristrutturazioni edilizie, per arrivare al quinto posto con la cura del sé (palestra, centri benessere e cosmetici). Di fatto il settore Beauty non ha risentito molto della crisi economica degli ultimi anni, forte in generale di prodotti quanto mai diversificati per finalità, qualità, prezzi e diversi canali di vendita; di certo però riceverà un input in più, specie in relazione alle nuove tendenze del mercato su cui occorrerà puntare per non rimanere indietro a partire da alcune parole chiave specifiche nel settore della comunicazione e del marketing, come le seguenti:

Millennials
Per loro, i giovanissimi nati all’inizio del nuovo millennio (tra gli anni ’80 ed il 2000) come suggerisce il nome, la cura del sè ed il beauty si attestano nel Rapporto Coop al 3° posto, al pari degli interessi delle classi di reddito più agiate. E’ ai millennials probabilmente che sarà dovuto l’aumento crescente delle vendite di apparecchi e prodotti per la cura della persona, nell’arco del prossimo biennio. A confermarlo anche Euromonitor, la società di ricerche, che spiega anche gli altri trend dell’immediato futuro:

Multiculturalità e diversità
Aumentano i “cittadini del mondo” ovvero i viaggiatori intercontinentali o gli individui che risiedono in luoghi lontani da quelli di origine e con loro aumenta la necessità di trovare ovunque prodotti cosmetici di qualità adatti al colore e alla tipologia della propria pelle, oltre che della propria cultura.

Brand di “nicchia”
Il trend si lega in qualche modo anche al concetto precedente dei cosmetici multiculturali, ma non esclusivamente: si tratta di brand/ marchi che nascono in piccole realtà locali, ma che si sviluppano, seppur spesso con un’unico prodotto o un’unica linea di grande qualità e/o innovazione, con grande successo di mercato. A loro mirano i maggiori marchi internazionali della cosmesi, quali nuovi driver di crescita.

Health beauty
L’Health Beauty è la tendenza del nuovo millennio, legata ad uno stile di vita salutare, che spesso si traduce nell’acquisto di prodotti cosmetici di alta qualità in farmacia, canale di vendita sentito come garante di efficacia, sicurezza e salute.

Tech Beauty
E’ probabilmente una delle parole chiave che maggiormente tenderanno a svilupparsi nei prossimi anni. Dai device per la pulizia del viso o la manicure, fino ai tool in store per l’analisi della pelle o i consigli per il make-up virtuali: il settore si appresta ad arricchirsi ogni giorno di più di tecnologiche innovazioni per la bellezza e la cura della persona.

Cosmetici responsabili, sostenibili e solidali
I cosmetici “responsabili” sono un trend decisamente in crescita. Il  62% dei consumatori italiani afferma di prestare attenzione alla sostenibilità cercando di apportare modifiche al proprio stile di vita. Il dato è stato presentato lo scorso anno da Cosmetica Italia durante il Cosmoprof 2015 nel corso del quale è stata sottolineata la partecipazione attiva del settore Beauty in tal senso: le aziende, negli ultimi anni, sempre più insistentemente hanno risposto a tali esigenze del consumatore, lanciando nuovi prodotti responsabili, a basso impatto ambientale e ad alto profilo sociale. 

lush_590-490E’ il caso emblematico della New Charity Pot di Lush, una crema mani e corpo creata con ingredienti “solidali” come il burro di cacao della Peace Community in Colombia, olio di moringa e aloe fresca dei progetti SLush Fund di permacultura in Kenya e Ghana, palissandro peruviano e olio d’oliva equosolidale di un gruppo israelo-palestinese ed il cui ricavato va in beneficienza. Sul fronte più ristretto (ma egualmente importante) della sostenibilità ambientale il marchio inglese, che nel 2015 ha compiuto 20 anni, ha lanciato anche Santa’s jelly, una gelatina da doccia in edizione limitata per Natale, preparata con vino vegano e succo di mela.

Un altro esempio di cosmesi sostenibile arriva da Aveda che per mettere a punto i suoi prodotti utilizza esclusivamente materie prime naturali. 

Una particolare attenzione riguarda anche l’impatto zero sull’ambiente del prodotto finito (non solo dunque a livello di ingredienti e formulazioni): l’industria cosmetica tende finalmente al packaging green! Un caso su tutti è quello di Nuxe che ha progettato e sviluppato un nuovo vasetto da 50 ml realizzato interamente in propilene, un materiale riciclabile. Il contenitore in questione, pesa inoltre circa il 78% in meno dei suoi equivalenti tradizionali, permettendo -seppur limitatamente – minor inquinamento durante il suo trasporto. Tra i nuovi prodotti Nuxe, la crema viso ultra comfort giorno della linea Reve de Miel che associa l’azione riparatrice del miele ad olio di Argan, burro di Karité ed estratto d’orzo.

quiet-retreat_520-kWgB--352x288@Moda24-Web Altro brand che mira alla cosmesi responsabile e sostenibile è l’azienda italiana Davines: la sua linea Essential Haircare ad esempio è realizzata impiegando esclusivamente energia da fonti rinnovabili e ingredienti naturali, coltivati in Italia. Altresì il packaging è a impatto ridotto: in collaborazione con Lifegate, Davines ha attivato un programma per compensare le emissioni di CO2 generate dalla produzione del packaging delle linee più vendute (Essential Haircare, Oi, More Inside e Su) mediante crediti di carbonio generati da interventi di creazione e tutela di foreste in crescita in Italia, Costa Rica e Madagascar, secondo quanto stabilito dal Protocollo di Kyoto. Del resto, non esiste un futuro se non si preserva l’ambiente!

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